ANNO XVII - N.1 = MARZO 1990
FOGLIO NOTIZIE "LA TRISA" |
IN QUESTO NUMERO:
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L'OPINIONE
I reiterati inviti della redazione del nostro Foglio Notizie ad
Mario Primin
I PANCHINARI
Nel gergo sportivo panchinari sono coloro i quali attendono
Enzo - Brescia
UN APPELLO E " UNA FREDDURA
Per noi soci il Foglio Notizie è il migliore informatore della
Florio Lorenzi
COLPO GROSSO
La giornata si preannuncia meravigliosa, cosi come sono state
Enzo - Brescia
intervenire sul dibattito sulla vita della nostra Associazione
ed alcuni articoli apparsi recentemente sul foglio medesimo. mi
hanno indotto a proporvi queste brevi considerazioni su argomenti già in
passato trattati e ritrattati ma che. sembra. abbisognano continuamente
di nuova linfa per rinfrescare e ritrovare
il senso di appartenenza a La Trisa.
Nell'ultimo redazionale del nostro giornalino si lamentavano
alcune cose: 1) manifestazioni contemporanee. 2) mancanza di
manifestazioni sociali anche le più banali. 3) scarso uso della sede.
Ora, debbo sottolineare come questi argomenti sono oggetto di
dibattito. se non scritto almeno verbale. da molti, anni e nel
momento dell'assemblea generale sono gli unici spunti di discussione.
La mia personale opinione è questa: "finiamola di evidenziare la scarsa
attività de La Trisa.
La Trisa non è obbligata nè per tradizione nè per statuto a fare
attività ludica. sportiva e culturale. Se inizialmente da attività di
ritrovo per emigrati ha orientato il suo operare nella riscoperta della
Sagra e di alcune obsolete tradizioni. ciò lo si è dovuto alla felice
intuizione dei dirigenti e dei soci che via via si sono succeduti nelle
cariche sociali e nell'impegno. L'aver consegnato ora questa attività ad
un gruppo di amici del paese, ben sostenuti dall'Amministrazione Separata
degli Usi Civici,rappresenta per me il miglior traguardo. la miglior
soddisfazione morale e culturale che la nostra Associazione poteva
prefiggersi. L'aver fatto capire dopo anni nei quali vi era anche un po'
di ostracismo nei nostri confronti. l'importanza della riscoperta di alcuni
valori e tradizioni ed il constatare che nell'organizzazione siamo stati anche superati,
dovrebbe giustificare e consentirei una sia pur minima impennata di orgoglio,
consapevoli di essere stati dei, sia pur modesti, precursori. Motivi per
qualche polemica. costruttiva, ci sarebbero, ma lasciamole da parte.
N6n condivido inoltre alcune insofferenze dovute al ragionamento "se
pago la tessera qualcosa voglio in cambio". Ho sempre sostenuto che La
Trisa non è un circolo dopolavoristico o ricreativo o una sede di ex
combattenti; ogni socio, però, è libero di considerarla come meglio crede:
vi è una sede aperta a tutti, invidiataci da organismi e società ben più
importanti della nostra, vi è la possibilità di organizzare, spaziando
nell'arco di tutte le attività permesse dallo statuto, ogni forma di
iniziativa; ma, ripeto. vi è la possibilità non l'obbligo o il dovere.
Permettetemi un paragone. senz'altro esagerato ma tralasciamo
numeri e ragioniamo nello spirito. con la SAT o il CAI.
Non è certo per gli sconti nei rifugi o per le riviste pubblicate da
queste Associazioni che tanta gente vi aderisce. ma ritengo
invece che il comune amore per la montagna e la condivisione
di altri valori culturali e .orali legati al mondo alpino siano
i motivi per i quali CAI e SAT contano tanti soci. Anche La Trisa
può, in tutta umiltà, ritenersi depositaria di alcuni valori, tra i
quali la riscoperta delle nostre radici e non del campanile, legati
al nostro passato e a quello dei nostri vecchi e la concordanza su
questi temi è sufficiente a giustificare e valorizzare il senso di
appartenenza e l'esistenza della nostra Associazione.
il'momento propizio per entrare in campo a sostituire l'atleta
stanco.
Qui a Mortaso i panchinari sono altra cosa. Sono normalissimi e
simpatici personaggi che. stanchi dopo il lavoro, si uniscono in
panchina a quelli "stanchi" per il peso della pensione sulle
spalle.
Si notano, fra loro, pochissimi elementi giovani e questo non è
un buon segno: il tempo moderno li porta altrove, dove non avranno
mai la possibilità di vivere i ricordi, le esperienze, ed assimilare
la saggezza che i panchinari trasmettono gratis a chi si siede fra
loro e sa ascoltare.
Naturalmente è indispensabile avvicinarsi alla panchina con umiltà',
non si rimane mai delusi: nessuno, fortunatamente, fa
discorsi filosofici. Anche se i panchinari normalmente
parlano in stretto dialetto, si può essere certi che se c'è una cosa
importante da annunciare, te la traducono cortesemente in, "talian" .
Qui in panchina, dopo essersi rilassati, crogiolandosi al sole
di stagione, si ripassano le poche notizie locali, si controlla
distrattamente l'entità del traffico e si riprende nuovamente con
i proverbi e con i ricordi degli anni andati che, anche se difficili,
sono stati, immancabilmente, i più belli.
nostra Associazione che entra in tutte le case dei soci: ecco
perchè tramite questo vorrei lanciare un appello a tutti (soci e
consiglio direttivo).
Mi risulta, perchè personalmente accertato, che ogni anno che
passa all'assemblea annuale (che si svolge esclusivamente in
agosto) c'è sempre meno presenza di soci, purtroppo anche il
numero dei membri del consiglio direttivo si riduce e questo è'
molto grave.
Dal mio personale punto di vista appartenere ad una associazione è una
scelta libera e personale, quindi perchè quando si deve discutere
sull'andamento, sulle modifiche da apportare. su quanto sì vorrebbe che
l'associazione svolgesse nell'arco dell'anno,non ci si presenta?
O si fa parte e si è partecipi all'associazione,o non si fa
parte.
Non si può e non è corretto prendere decisioni per 150 (o giù di
lì) soci in 24 compreso il ridotto direttivo!
Abbiamo una signora sede che tanti ci invidiano e allora, cari
soci, usiamola questa sede, incontriamoci da semplici appartenenti
a La Trisa. come ai tempi della realizzazione della sede
(che tempi ragazzi!) quando i componenti erano veramente ed
esclusivamente degli "amici". Sfoderiamo dunque tutta la nostra
buona volontà, cerchiamo di essere una volta in molti a discutere
di quanto si dovrebbe fare e di quelle modifiche che fossero
eventualmente necessarie perchè La Trisa ritorni ad essere quella di cui
parlavano in tutta la Regione.
Il 1992 è l'anno dell'unificazione Europea. La Trisa dimostri che sa
anticipare. Un vecchio e saggio proverbio dice: "l'unione fa la forza",
cominciamo quindi noi già dal 1990 ad essere socialmente uniti e La Trisa
sarà più forte e più operosa che mai. Viva La Trisa!
E dopo la polemica un po' di umorismo:
Un Ministro chiama l'idraulico per cambiare due guarnizioni dei
rubinetti.Finito il lavoro il Ministro chiede all'idraulico:
"Quanto le devo?" - L'idraulico: "300.000 lire".
Il Ministro prende dal portafoglio le 300.000 lire, le dà a11'i
draulico e dice: "Prenda, però questi soldi sono rubati".
E l'idraulico: "A me non interessa la provenienza".
bellissime quasi tutte in questo splendido autunno.
L'aria frizzante del mattino allontana i segreti della notte e
mette l'accento sulla dolcezza del giorno che nasce.
Il conosciutissimo cacciatore di Mortaso procede con passo sicuro
scegliendo, quasi a memoria, le pietre su cui posare i "vibram"
sulla via vecchia per Stablo. Quando è appena sopra la Pozza,
sente i cinque tocchi del campanile di Bocenago e con una
punta di soddisfazione gli viene da pensare: oggi davanti senz'altro
non c'è nessuno!.
Cammina con ritmo sostenuto, la sera innanzi, dopo aver preparato
tutto, si era coricato prestino in vista del programma pre
fissato. Saputo che la quota d'assegnazione della selvaggina non
era ancora completata, vedeva la possibilità di tornare
a casa con qualcosa di sostanzioso sulle spalle...
La doppietta, mod,Franchi, sovrapposta, gli ciondola dalla spalla
sinistra e batte contro lo zaino con rumore soffice e ritmico
ad ogni passo. Breve pausa, una bevutina all'Acqua Rosa e via di nuovo,
A Stablo il silenzio irreale che premia solo chi sovente è a
contatto con la natura è un tonico, gli cancella la stanchezza
e lo fa sentire vigoroso e leggero.
Un'occhiata circolare al panorama limpidissimo con le cime del
Brenta che pare siano li a due passi: un effetto meraviglioso!
Di li a poco sarebbe stato giorno completo.
ogni tanto uno stormire di fronde o un rumore nel sottobosco
lo memettono in allarme e, istintivamente, porta la mano destra alla
cinghia del "Franchi", pronto ad ogni evenienza.
Superato il Caset senza trovare tracce di qualche recente passaggio,
decide di andare molto piu' su, dove la selvaggina a quell'ora dovrebbe
già essere in movimento.
Prima di uscire dalla vegetazione pensa che mangiare un boccone sia
"cosa buona e giusta". Recupera dalla zaino il famoso maglione, tipo
militare, che gli fa sempre compagnia nella stagione di caccia, riparandosi,
così dall 'arietta mattutina.
Dopo due panini con spressa e una lattina di birra, soddisfatto, si
stiracchia un "aio di volte e riparte verso la zona alta, Lassu' pochi
cespugli, pochi uccelletti che scappano velocissimi,niente di consistente,
niente selvaggina grossa.
All'improvviso, verso le nove e mezza, da una distesa di mughi
si alza una gallina selvatica, lenta, pesante come una fortezza
volante, però riesce a portarsi fuori tiro prima che il nostro
cacciatore abbia potuto puntarla. Sono quasi le undici quando
decide di spostarsi a sinistra, verso il Forcellin; intanto le
ore e la, sua speranza di tornare in paese con qualcosa
passano di consistente va attenuandosi.
Si ferma un momento a mangiare un altro panino e un "pom" ,
primizia della Cooperativa, che non ha niente da spartire con
quelli di altro sapore della Val di Non Prosegue per altri 500/600
metri fra bassi cespugli e ghiaioni, al limitare delle sovrastanti
rocce... niente da fare! La giornata non si mette bene.
Decide di tornare, ripassando dalla zona di Stablo,
pertanto Ormai sono quasi le due, meglio abbassarsi.
Scende silenzioso, in allarme ad ogni rumore, teso, vigile,
con la doppietta nella destra sguscia in mezzo ai cespugli...
un autentico Rambo.
Finita la vegetazione bassa trova un sentiero agevole che
lo porta nella direzione giusta. Improvvisamente, nell'uscire
da una valletta, nota più in basso fra fitti cespugli qualcosa
di scuro, fermo, immobile. In silenzio, quasi senza respirare
prende la giusta posizione, punta la cosa, la inquadra per un
attimo lo e... là. OK, è fatta! Ci siamo! In un balzo è
sul posto. Che bestia, una bella preda!
E' Il davanti a lui e sembra non chieda altro che di essere portata a
casa. Prova a sollevarla: impossibile! Sulle spalle non sarebbe mai
riuscito a portarla.
Si guarda in giro nella vana speranza di trovare qualcuno che possa dargli
una mano. Non' c'è un cane nei dintorni, naturalmente
Gli viele in mente l'antico detto "non contare su nessuno nel
momento del bisogno". Però non si rassegna. Estrae dallo zaino
la robusta corda che da sempre porta con sè per ogni evenienza
e decide che, quel bestione, l'avrebbe trainato. Sceglie attentamente
il punto dove legarlo, meglio alla testa.
Con sforzo non da poco riesce a tirarlo sul sentiero. Benone!
Torna fra i cespugli a recuperare zaino e doppietta.
ormai è meglio disarmarla, per oggi basta così...
Dopo non pochi intoppi e una rottura di corda arriva sulla via
acciottolata, ora è molto più facile. Sono le quattro passate,
nel bosco è quasi buio, ancora mezz'ora e sarebbe stato a casa.
Un sorso d'acqua alla fontana della Pozzolina e giù veloce.
Breve sosta e brevissimo pensiero pio nei pressi della Cappella del Signur
e via, cercando di fare ,eno rumore possibile.
Dieci minuti dopo entra accaldato e raggiante nel suo cortile.
un ultimo sforzo e riesce a sistemare la preda vicino
alla legnaia.La sua sposa lo sente armeggiare, accorre contenta di
rivederlo sano e salvo, si accorge subito di quel bestione tra
scinato fin li "da solo" ed esclama: "con una bora cosi avremo
da bruciare per almeno tre settimane!"
E' stato un fortunato colpo grosso.
LETTERA AGLI ASSOCIATI CICLOSTILATA IN PROPRIO |