FOGLIO NOTIZIE "LA TRISA" |
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DAL PRESIDENTE Durante la scorsa estate il Consiglio ha affrontato un argomento piuttosto importante quale è quello di allargare la partecizione della festa della polenta ai famigliari ed amici dei soci. I motivi portati da alcuni consiglieri favorevoli a questa iniziativa si basavano sul fatto, abbastanza evidente, della sempre più esigua schiera di SOCI partecipanti alla nostra festa di agosto in contrapposizione al Successo partecipativo della festa di autunno la quale registra ormai tradizionalmente un "tutto esaurito", composto di soci, simpatizzanti e familiari. Una parte del consiglio è stata nettamente contraria a questa iniziativa con motivazioni validissime (pur votandola favorevolmente) ma restava ugualmente il problema di valorizzare la festa più importante della nostra Società e di accontentare una larga schiera di amici che gravitano intorno alla Trisa e che desiderano partecipare alla polentada. Siamo giunti quindi, per il prossimo anno, ad una specie di compromesso sperimentale, se cosi si può dire, consistente nell'organizzare due feste della polenta, una aperta a soci, familiari ed amici, da farsi il giorno del sagrino, ed una strettamente riservata ai soci nel tradizionale giorno di dopo ferragosto la prima festa vedrà lo svolgersi delle gare per il miglior boccone e per |
il miglior bicchiere, iniziative che hanno riscosso una notevole simpatia. Per la seconda tutto immutato. Tutti devono concordare, d'altronde, che un certo cambiamento è avvenuto da quel lontano 1955 in cui alcuni soci ebbero quella felice intuizione nel fondare la Trisa. Siamo passati attraverso momenti diversi sia dal punto di vista organizzativo che di adesione di soci. Immutata è rimasta invece la simpatia e i consensi che riscuote la nostra associazione sia in paese-dai "foresti" che in valle dai nostri convalligiani. Da alcuni anni abbiamo deciso di riappropriarci maggiormente della nostra Società chiudendo quei canali che la portavano eccessivamente ad assumere vesti e compiti che non rientravano nella tradizione ma non possiamo però asseragliarci e annullare i contatti con l'esterno e compiacerci semplicemente di essere soci della Trisa. Ritengo personalmente importante e primario il nostro divertimento, la nostra festa: i nostri filò in sede, le nostre morre perchè sono fatti di uno stare insieme" in via di estinzione, si direbbe, ma sono pure convinto che molta gente a noi vicina ama e ci invidia questa nostra capacità di ricreare atmosfere e momenti di allegria in altre sedi e altri luoghi impensati. Ricerchiamo quindi una strada per non sna turare la nostra Associazione e, nel contempo, per allargare la cerchia di simpatia che ci attornia. il Presidente |
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Nel sentire le voci secondo le quali sembra si voglia trasformare l'annuale polentata della Trisa, da sempre riservata ai soli uomini soci, in una scampagnata con mogli, parenti ed amici, sento l'impulso di esprimere il mio parere. Sò di non essere il più idoneo ad alzare la voce per le mie lunghe assenze da Mortaso, ma quello che penso in cuor mio del mio paese mi dà la spinta per farlo. Mi rendo inoltre conto di andare contro corrente rispetto alle idee di oggi, ma, come ho detto, questa protesta mi viene spontanea e spero solo di riuscire ad esprimerla come la sento. Innanzitutto,se penso a una delle tradizioni di Mortaso, penso al giorno della polentata della Trisa e, appunto in quanto tradizione, mi sembra giusto lasciarla intatta, cosi come è stata concepita dai nostri veg chi, per rispetto a loro e per coerenza e anche perchè le tradizioni hanno sempre una ragione d'essere cosi come sono. Ben venga poi la nascita di altre consuetudini (c'è sempre un inizio) o l'incrementare in modo moderno tutto ciò che può favorire una maggiore partecipazione dei giovani, ma che tutto questo non venga a modificare una tradizione che c'è già. Sarebbe come se, vedendo che la maggior parte delle ragazze della Valle non indossa più i costumi tradizionali alla Festa del Paese, si decidesse di modificarli alla maniera moderna, facendoli magari diventare minigonne o altro, a seconda della moda del momento. Sarebbe ben meglio, mi pare, che si tentasse di far rinascere un po' di poesia per |
queste vecchie cose o altrimenti è preferibile lasciare gli abiti cosi come stanno negli armadi, nella speranza che un domani qualcuno riesca meglio di noi ad attribuire loro tutto il significato che hanno. Cosa che succede molto spesso. Anche a me è capitato di sentirmi nascere col passar degli anni ragioni profonde di affezione alla Trisa. Forse sono rimaste per diverso tempo in letargo dentro di me, forse non mi ero soffermato a esaminarle, il fatto è che sono a poco a poco venute a galla e mi hanno fatto ritornare col cuore a godere di questa giornata annuale al mio paese. Appunto per questo suo non essere niente di speciale in un mondo in cui tutto deve essere formidabile, pazzesco, incredibile per valer la pena di essere preso in considerazione. Gli uomini del paese" soci della Trisa, residenti o non sul posto, hanno deciso di riunirsi una volta all'anno all'aperto fra i loro monti intorno alle Polente, ma quelle fatte come "Sti agn", tutto qui. Intorno ad esse non hanno fatto altro nel corso degli anni che esprimersi liberamente: chi semplicemente mangiando e osservando, chi dicendo battute a tizio e caio, chi cantando, chi facendosi una bella bevuta tradizionale, chi giocando a morra e chi magari annoiandosi anche un po' lasciando che la giornata passasse senza tanti problemi, tanto nessuno si offendeva. Morale, un ritrovarsi che, appunto perchè riprendeva un po' la riunione nelle malghe fra uomini, nell 'intimità di chi si capisce l'un l'altro senza tante storie, non aveva mai creato problemi di sorta. Non c'era nemmeno bisogno di rallegrarla in modo particolare, tutto veniva lasciato all' improvvisazione. E' sempre stata cosi la Polentata, genuina, non programmata, ma portata avanti con la semplicità con la quale era nata. Gli si è sempre dedicato al massimo dieci minuti per portar via da casa el toc de spresa o il salamin e la boza e via andare, qualcuno anche brontolando un po' alla maniera nostra se per caso quel giorno avrebbe voluto fare qualche altra cosa invece di quella, salvo poi divertirsi più degli altri. Il fatto di essere fra di noi ci ha sempre reso tutti liberi di esprimerci come si voleva. Qualcuno anche esagerava un po' magari per una bevuta un po'massiccia o perchè gli andava cosi; bene, non c'è mai stato da render conto a nessuno, non era altro che qualcosa facente parte |
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da sempre del nostro modo di vivere. Ci si conosce da generazioni tutti al punto che fra noi non ci si può fraintendere qualunque atteggiamento si voglia avere in quella giornata. Appunto per questo i nostri "personaggi", cioè coloro che fra di noi più degli altri portano avanti certe caratte ristiche tipo della nostra gente, alle quali tutti siamo affezionati, in questo giorno si sono spesso espressi meglio che in altri momenti e questo è importante perchè loro sono le nostre tradizioni viventi e quello che loro esprimono è vitale per tutti noi. Non sarebbe cosi se presenti ci fossero mogli, parenti, amici. Qualcuno dei nuovi intervenuti potrebbe essere completamente amalgamato, qualcun altro, anche senza ,esserlo, potrebbe capire interamente la situazione, altri si potrebbero trovare invece a non capire affatto o addirittura a fraintendere qualche atteggiamento o persino a prendere per pagliaccio chi in quel momento non stà facendo altro che mettersi in libertà come gli và di fare. Ci si troverebbe cosi a controllarsi o a render conto di quello che "sembriamo" in quella giornata anche solo perchè si conoscono poco le persone intervenute. Questi possono essere problemi che non ci riguardano personalmente, ma anche se riguardassero un altro di noi per certo non può far piacere a nessuno. Poi, siamo logici, vogliamo fare una polentata con mogli, figli, paren ti, amici? Facciamola, se proprio esiste questo desiderio, ma in un altro momento, senza modificare una delle poche tradizioni che abbiamo. Qualcuno dice che l'innovazione servirebbe a ravvivare la giornata, ad accrescere la partecipazione. Niente di più sbagliato a mio parere. Se la giornata è poco sentita fra di noi, non è aumentando la quantità delle persone che si risolve la cosa, la contrario, si disperderebbe ogni significato. Una scampagnata in famiglia non completerebbe la nostra polentata, ma la farebbe diventare un 'altra cosa. Cerchiamo piuttosto di trovare nuova linfa per la giornata della polenta dentro di noi. Cerchiamo di apprezzare con più sentimento questa bella occasione che ci permette di incontrarci tutti, residenti e non come facevano i nostri vecchi senza bisogno di tante storie. Amiamola cosi questa giornata e facciamola amare a quelli dopo di noi appunto perchè è rimasta ancora come una volta, come se non esistessero tutte quelle diavolerie eccezionali per far pas |
sare il tempo e che troppo spesso sopperiscono all'aridità da cui purtroppo oggigiorno, chi più chi meno, siamo tutti intaccati. Facciamo le nostre polente, la nostra cantata, le nostre quattro storie o semplicemente guardiamoci in faccia e lasciamo passare una giornata cosi come abbiamo sempre fatto, tanto più che dalle 5 del pomeriggio in poi, chi di noi ha idee diverse, può sfogarsi a fare quello che vuole. Diciamo pure che non c'è niente a cui teniamo più delle nostre famiglie, di più simpatico dei nostri parenti e amici, berc e non berc, ma diavolo, abbiamo ancora 364 giorni all'anno per dimostrarglielo. Forse per me è successo come quando ci si accorge di amare qualcuno o qualcosa nel momento in cui si stà per perderli. E io mi sono proprio accorto di amarla questa giornata con la Trisa e di amare la gente che vi si ritrova tutti gli anni, come non ha mai fatto nel passato e ora mi sono sentito di comunicarlo. Aldo Lorenzi Culinacc di Giovanni FESTA D'AUTUNNO Il 30 ottobre, in località Giustino presso il ristorante Bellavista, ci siamo ritrovati dopo le vacanze estive. Anche quest'anno eravamo in molti ben 84 persone. La giornata non era molto bella, era una di quelle giornate uggiose di novembre con pioggerellina sottile e pensare che le giornate precedenti erano state ancora calde e soleggiate. L'accoglienza offertaci dal signor Franco, titolare del ristorante, è stata veramente di prim'ordine. Tutti hanno fatto onore al pranzo rimanendo soddisfatti della bontà e varietà delle portate. Qua e la si sentivano commenti di questo tipo: "le masa" Ci ha fatto piacere vederci servire da graziose ragazze che vesti vano i nostri tradizionali costumi. Un grazie al sig. Franco anche per il contributo che ha voluto dare a La Trisa. Durante il pranzo è stato effettuato un servizio fotografico, chi desiderasse avere le fotografie si rivolga a: La Foto Tecnica di Ferrari Dario, Corso Trento 38 -Pinzolo. |
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NOTIZIE IN BREVE
Un po' di movimento anche nella nostra associazione. Il socio Mauro
Lorenzi di Franco, il giorno 25 settembre 1983, è convolato a nozze
con la signorina Patrizia Esposito! Ai novelli sposi le nostre più sentite felicitazioni.
La signora Federica moglie del socio Walter Avogadri il 26 agosto ha dato alla luce un bel
maschietto che è stato chiamato Franco (dal germanico Franz che significa "uomo libero"!).
il suo amico Egidio "Galeda" non gli è stato da meno. Il 2 novembre con la cara Ivana sono
diventati genitori di Nicola (sarà come il filosofo e ambasciatore greco nato circa nel 64 a. C.
oppure come lo zar di tutte le Russie? Chi vivrà vedrà!) Ad entrambe1e coppie le nostre
congratulazioni.
Il Segretario comunica a chi non avesse ancora pagato la quota sociale per l'anno 1983 che il
Tesoriere è sempre disponibile. Con l'ingresso ne La Trisa di quattro nuovi soci siamo ora in
160.
Il Foglio Notizie riprenderà le pubblicazioni nel giugno 1984, chi avesse scritti, poesie, critiche,
ecc. spedisca o consegni al segretario. L'indirizzo lo sapete vero?