ANNO XXV - N.4 = DICEMBRE 1998
FOGLIO NOTIZIE "LA TRISA" |
IN QUESTO NUMERO:
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NATALE: AUGURI E RICORDI
E' di nuovo Natale! PUO' ESSERE NOCIVO"
Ritorna Enzo Morocutti con una delle sue storie un po' surreali e un
Enzo Morocutti "RICORDI"
Avevamo annunciato, nel numero scorso del Foglio Notizie,
Per la festa della Trisa
Tutti uniti su pei monti noi andiamo
Con il nostro Gnaro, che! dall'alto ci guarda
Accampati per un giorno, in sì bei posti
Poi gonfi d'aria fina e un po' di Barberia
Per la Festa della Trisa
Da parte del Consiglio Direttivo della associazione e da parte della
Redazione del Foglio Notizie vadano a tutti gli associati ed alle loro
famiglie gli auguri più sinceri di una lieta festa e di un felice 1999.
Questa festa è tradizionalmente anche un'occasione di ricordi. Ed
allora questa volta ci vogliamo fermare proprio intorno ai ricordi
strettamente relativi alla nostra associazione ed alle Feste del
Natale e della fine anno.
Fino dal suo nascere infatti, la nostra associazione, che scaturiva
dalla voglia di stare insieme, dalla voglia di riunire i paesani lontani
a quelli rimasti in paese, non poteva essere insensibile al fascino
delle feste di dicembre.
E infatti, fin dai primi anni, prese l'iniziativa di fare regali in
occasione di Santa Lucia a tutti i bambini del paese. Piccole cose
s'intende: un giochino e qualche dolce, ma era un modo per far
sentire la sua presenza.
E subito dopo, si prese anche l'iniziativa di un regalo agli anziani
ospiti della Casa di Riposo in occasione del Natale. Anche in questo
caso piccole cose: un panettone ed una bottiglia di vino, ma anche
in questo caso un modo per far sentire agli anziani la vicinanza
dell'associazione.
Così come, per tantissimi anni, spettava a La Trisa erigere un
grande albero di Natale vicino alla Cooperativa ed addobbarlo (ed
ogni anno era una gara per realizzarlo meglio dell'anno precedente).
Anche in questo caso un modo vivace, colorato, ... visibile per
segnalare la presenza della nostra associazione. (Ricordo un anno,
quando ero ancora piccolo, che al posto della stella cometa, in cima
all'albero, figurava, con le lampadine, una grande scritta: "Viva la
Trisa".).
Infine, per alcuni anni all'inizio della. sua attività, un'altra iniziativa
"classica" dell'associazione era l'organizzazione di un pullmann che
partendo da Milano alla sera del 31 dicembre (dopo.la chiusura dei
negozi, pensate!), giungeva al Mezzosoldo di Mortaso giusto in
tempo per brindare all'anno nuovo, fare un po' di festa fino a notte
fonda, magari andare a "Messa prima" dell'1 gennaio, e poi ripartire
nel primo pomeriggio per Milano.
Tutte queste abitudini si sono perdute. Non è colpa de La Trisa.
Sono i tempi che sono cambiati. Cosa mai interesserebbero ai
bambini di oggi un giocattolino ed un dolce? Gli anziani sono
riempiti a Natale di panettoni e spumanti. A festeggiare l'ultimo
dell'anno si và dove si vuole e con i propri mezzi.
Però, com'era bello !! Senza volere assolutamente cadere nella
banalità di considerare bello tutto quello che è passato e cattivo il
presente, è tuttavia necessario riconoscere che c'era, allora, una
voglia di stare insieme, di gioire di piccole cose, di far festa insieme
agli altri, molto ma molto maggiore di oggi.
Natale e le altre feste di dicembre sono sempre un'occasione per
essere più buoni. Cogliamo tale occasione per riprendere, dai
ricordi, le cose migliori del nostro passato.
po' moralistiche che sappiamo sempre gradite ai lettori.
Un'idea del genere non poteva che scaturire da "menti perverse",
solite frequentare le latterie o i bibitari dell'oratorio. Questi
personaggi, titolari di sgabelli e poltrone prestigiose a Roma,
evidentemente mai si sono avventurati nella zona dei Castelli
celebrata da tanti poeti, decantata a tutti i livelli per le copiose e
sane libagioni.
Le "menti perverse" hanno decretato: su ogni bottiglia di vino deve
apparire ben evidente la scritta che... l'ottimo Cabernet annata tale,
il corposo Barolo, il divino Tocaj, ecc. ecc. ... "PUO' ESSERE
NOCIVO" !
In Vai Rendena e particolarmente a Spiazzo e dintorni, il
provvedimento varato a Roma è stato definito un'autentica mazzata,
arrogante mancanza di rispetto verso chi, della fragrante bevanda
ne fa uso la mattina, poi nella tarda mattinata e a mezzodì, nel primo
pomeriggio, verso sera, a cena e dopo cena come digestivo che
manda giù tutte le preoccupazioni, le fatiche e i ... veleni della
giornata.
Come si permettono a Roma di definire nocivo un nettare, un elisir,
un rosolio quali possono essere un "bicerott" CI due, bevuti nel posto
giusto al momento giusto che (le malelingul9 o i familiari dicano
quello che vogliono) è sempre giusto sia il momento che il posto !.
L'obbligo di mescere vino dalle bottiglie con la triste scritta crea
all'oste un certo imbarazzo. con ogni cliente! deve fare la faccia di
circostanza, quasi a volersi scusare per il "veleno" che propina loro.
La mia personale cantinetta su al Ranck, sempre ben fornita, ora
improvvisamente è molto frequentata da amici di vecchia. e nuova
data. Sanno che offro vino solo di bottiglie senza etichetta...
Bisogna escogitare qualcosa, non possiamo rischiare di rovinarci la
salute al Bar! Ecco allora aggirato l'ostacolo. Su esplicita
indicazione di smaliziati, furbissimi clienti, dopo vari ammiccamenti,
parole d'ordine e frasi convenzionali, hanno convinto il titolare di un
noto Bar di Spiazzo (per la legge sulla "privacy" lo indico con un
nome di pura fantasia e cioè "Silvano") a risolvere il problema.
Approfittando della giornata di chiusura per turno, il nostro barista
riempie decine di bottiglie cosiddette "regolamentari" con vino di
damigiane (sulle quali non appare alcuna scritta terrorizzante); così
durante la settimana esaudisce tutte le richieste della clientela,
Non è stato difficile intendersi: chi vuole il "bicerott" di bianco, con
fare cospiratorio chiede quello della "damigella"; un altro domanda
un "barilot" quando vuole un bicchiere di vino rosso; poi ognuno,
soddisfatto, sorseggia l'impareggiabile bevanda facendo velati
sberleffi alla bottiglia dalla minacciosa e tetra etichetta.
Come è sempre stato, nessuno riscontra nocività in quello che beve,
forse fra qualche tempo, si vedrà... poi sarà quel che sarà!
I clienti antipatici del bar sono a rischio, non conoscono alcuna
parola d'ordine e l'oste, con. disinvoltura, propina loro il
"regolamentare" vino dalla bottiglia con etichetta.
L'ASL (Assistenza Sanitaria Locale) abbia pietà di loro!!
l'intenzione di creare una rubrica, da inserire ogni volta che ci sia lo
spazio, per pubblicare i vecchi documenti 19 le vecchie poesie
(spesso in dialetto) che abbiamo nel nostro archivio.
Si chiamerà, appunto, "Ricordi".
"Par in bel nastro zilest
Di coer vai fo, i me pu sinceri complimencc
par sta bela notizia, ca la fà tucc contencc.
Ormai tutt e passaa, li ansci, li pori e li trepidazion!
dopo chi la Cicogna, la và portà stò bel Bambolon
Un brao al popà, cal là commissionà
E..un ala mama, ca la gà messal sò livà.
Busegna aver fiducia, almen in qualchi Stella
E po' vigè chi la Vita, no le pù, na continua "jella"
Par cost, no vigiu l'ora d'ancuntrarti, caro Sandrino
par farghi su n'eviva, con qualchi ...bicerino
Stà gioia chi, stò bel aveniment. certo busegna bagnarlo
anca s'il neonato in stò frattemp, nolà spatà a farlo
Chi sarai col chi sà bagna dipù? AI papà coi sò arnicch, e ei
01 popo in la sò cuna, ben infagottat,)n dai sò panisei ?
E la mama in stò frattemp, tuta piena di letizia
la sal coccola, insema la sò Clara e la sò Patrizia
Pudè esso tucc contencc, ch'il Sassantatre lavè ben invià via
E unisso pura i me auguri, ch'il voss cel, sempru senza nugoi sia.
Nu lè anonima nò, sibben no le firmada, da me man...
AI popà al me prosumarà, e vargun aftru sicur chi è stà
Stalingrad 12-1-63 al Lor San"
"Per un bel nastro azzurro (si tratta di una lettera indirizzata al socio
Sandro Montalenti -amico dell'autore- in occasione della nascita del
suo figlio maschio Marco, anch'egli oggi nostro socio).
Di cuore vi faccio i miei più sinceri complimenti
per questa bella notizia che ha fatto tutti contenti.
Ormai tutto f! passato: le ansie, le paure le trepidazioni !
dopo che la cicogna vi ha portato questo bel "Barnbolone"
Un bravo al papà che l'ha commissionato
e una alla mamma, che ci ha messo il suo lievito.
Bisogna aver fiducia almeno in qualche stella
e poi vedrete che la vita non è poi una continua jella.
Per questo non vedo l'ora di incontrarti, caro Sandrino
per fare un'evviva, con qualche bicchierino.
Questa gioia, questo bel avvenimento, certo bisogna "bagnarlo"
anche se il neonato nel frattempo non ha aspettato a farlo.
Chi sarà quello che si è bagnato di più? Il papà con i suoi amici
o il bambino nella sua culla, ben coperto, nei suoi pannolini?
E la mamma, nel frattempo, colma di letizia
se lo coccola, insieme alla sua Clara e alla sua Patrizia.
Potete essere tutti contenti che il 1963 lo avete iniziato bene
E unisco pure i miei auguri che il vostro cielo sia sempre senza nuvole.
Non è anonima, no, sebbene non sia firmata di mia mano...
Il papà si immaginerà e qualcun'altro sicuramente saprà .chi è stato!
Stalingrado, 12.1.1963 il Lor San
(Si tratta di Santo Lorenzi "fui" che viveva a Sesto San Giovanni, da
lui definita scherzosamente "Stalingrado" per essere una cittadina
piena di fabbriche e tradizionalmente governata da giunte di sinistra)
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Quest'altra poesia è addirittura in "taron" l'antico gergo dei moleti
rendenesi per il mondo. E' opera del Dott. Aldo Salvadei, edita a
Trento nel 1971.
"La sagra del moleta
Caru al me gnarél, duman l'è sagra, in dal nos slonz
Ma a l'è stada putost lofia
Inco cul cacialar
Parchè, pochi sgaladi e slèmar ti è purtà, da slavaciar
Par còst, al me gian propi nul sa,
partì, duman, cui sboiar a la narà,
E se a la rèba, vargot nus poi giuntar,
Chi bisogna, caru al me cacial,
In poe ... darsi da far!
Par eòst intant ca me al paus a tegn in berta,
Dat, ca la porta, dal tablà, a l'è amu davèrta
Sluma sa i stanzia lì sa la spingarda
I albarin mis giu da la raspenta
Ciufai "0 torna, ca ci, si a la reba (ca la saria pulenta)
A i tacarum in poc di siniciaga o di cigut
E qualchi bicier di ragul, al nos sbuiar noi sarà ci biut
E la sagra nu la farum grisa
Anca sa sum tant da lonc
Da la nosa Vai ... da la Trisa !
Fisto, Casa dai Poloni, 31 agosto 1971 - Dott. Aldo Salvadei"
"La Sagra dell'arrotino
Caro il mio ragazzo, domani è Sagra, nel nostro paese
Ma è stata piuttosto magra
oggi con il cercare il lavoro
perchè hai portato da affilare poche forbici e coltelli.
Per questo il padrone (io) proprio non sà
come andrà domani con il mangiare
E se non si può aggiungere qualche cosa alla polenta
Qui bisogna, caro il mio garzone,
un poco... darsi da fare!
Per questo, intanto che io trattengo a chiacchere il padrone
dato che la porta del fienile è ancora aperta,
guarda se ci sono lì sulla paglia
le uova messe giù dalla gallina.
Rubale ... scappa, che così se alla "reba" (che sarebbe polenta)
gli aggiungeremo un po' di formaggio o di salame
e qualche bicchiere di vino, il nostra pranzo non sarà così magro
E la Sagra non la faremo meschina
anche se siamo così lontani
dalla nostra Valle della Trisa (sinonimo di Vai Rendena)."
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Quest'ultima poesia che pubblichiamo è anonima e scritta in italiano.
"Per la Festa della Trisa
Torniamo emigranti, tutti gli anni
alla nostra valle, per scordar gli affanni
per riunirsi tutti, dopo tante lontananze
e passar lieti i pochi giorni di vacanze
quanti canti e quante grida
nella Vai si senton tosto
in quel dì di Ferragosto
con cuor leggero, fra canti e baccano
a gustar su le cime, la polentina
ch'è lo stemma che ci lega e n'avvicina
seduto sul suo trono, che può esser na Pacarda
che ci tien compagnia, tutto sorridente
mentr'egli la trisa, così o buona gente
par che ci dica: così, solo così si sta bene
lontan dalla città, dalla radio e le sirene
Escludiamo pur le donne, a tutti i costi
e tra i fuochi, i salami e tanti fiaschi
ci godiam la vita anche fra soli maschi
lasciamo il campeggio e riprendiam la via
che ci riporterà, con tanta nostalgia
al nostro paesel, il più bello che ci sia!
per magra che sia e per grisa
mai nessun deve mancare
per Secoli e Secoli, deve durare
E così sia .......
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Rimandiamo alla prossima occasione di disponibilità di spazio per
riprendere la pubblicazione di questi documenti semplici e toccanti,
anch'essi immagine del... bel tempo che fu.
LETTERA AGLI ASSOCIATI CICLOSTILATA IN PROPRIO |